La fondazione Appennino ETS in collaborazione con l’Associazione Scuola del graffito di Montemurro ETS e con il Forum dei giovani di Brienza ha organizzato il progetto “Un graffio d’innovazione”, arte e tecnologia per ripensare la Civiltà d’Appennino. Il progetto si articola lungo un doppio binario: da un lato quello dell’arte contemporanea che l’esperienza della Scuola del Graffito sta valorizzando con la tecnica del graffito polistrato di Giuseppe Antonello Leone; dall’altro quello del cosiddetto NFT (Non-Fungible Token) ovvero la trasformazione di un’opera materiale anche in formato digitale, rendendola unica e non riproducibile grazie ad un atto di proprietà ed un certificato di autenticità che la tecnologia blockchain oggi consente. Un esperimento unico in Basilicata che affonda le sue radici in quella “civiltà delle macchine” di sinisgalliana memoria che unisce le nostre due realtà, entrambe con sede a Montemurro.” Si è tenuto dal 9 all’11 settembre l’evento “Un Graffito di Innovazione” con la realizzazione di sei graffiti destinati all’installazione in largo Fontana Nuova, utilizzando la tecnica della Scuola del Graffito Polistrato di Montemurro, con la cui collaborazione si è svolta la manifestazione. A realizzare le opere sono stati impegnati artisti della Scuola (Anna Faraone e Giusi Villano) che hanno istruito e affiancato appassionati d’arte e curiosi di apprendere la tecnica, rispettando il tema dal titolo “Punto di (non) ritorno”, elaborato dal Forum dei Giovani di Brienza, che fa riferimento all’identità storica sociale e culturale del paese.
Sono stati realizzati e collocati 6 graffiti, due grandi e 4 piccoli
Note sulle opere:
Anna Faraone ha scelto di raffigurare Francesco Mario Pagano con lo sfondo del castello Caracciolo, le due immagini più significative di Brienza. Alice Viggiano ha raffigurato uno degli scorci più belli di Brienza, a metà strada tra il borgo antico e il Castello Caracciolo. Michello Collazzo ha ritratto la nonna, signora Carmela, che durante il periodo del fascismo al contrario dei suoi fratelli emigrati in America, ha deciso di restare a Brienza. Maurizio Leopardo e sua sorella Maria Carmela hanno collaborato nella realizzazione del graffito che raffigura il volto del Santissimo Crocifisso: figura religiosa a cui i burgentini sono fortemente legati. Francesca Giannini partendo da una mappa, fa emergere una figura umana con in mano una clessidra che all’interno dei confini segna un tempo sospeso, mentre i piedi divergono tra una nuova strada da percorrere e le radici, che ognuno di noi porta con sé in ogni nuovo percorso. l graffito di Maria Concetta Giallorenzo ricorda un caleidoscopio; l’osservatore nero in primo piano inquadra il Castello, le sue radici, e vede l’universo. Nel graffito di Giusy Villano il volto di Mario Pagano riporta alla mente l’immagine della Dea della Giustizia; nello sfondo il Castello Caracciolo è presenza silenziosa e costante.