note biografiche:
Diplomato geometra, decoratore e restauratore ligneo. Giovane artista montemurrese formato nella Scuola del Graffito di Montemurro come Tecnico d’Arte muraria. Nato il 18 maggio 1983 a Marsicovetere (PZ) si diploma come geometra presso l’I. T. C. G. di Moliterno nel 2003. Nel 2006 si trasferisce a Roma dove segue un corso di restauro ligneo. Durante il corso inizia una collaborazione professionale con Pier Giorgio Caggiari docente della stessa scuola. Successivamente si iscrive ad un corso di decorazione pittorica e continua a lavorare presso una bottega di restauro del legno a Latina. Da sempre sensibile ai temi artistici, si avvicina nel 2011 all’arte del Graffito Polistrato di Montemurro, apprendendo le varie tecniche di lavorazione e stesura degli intonaci e diventando ben presto esperto murario. Nello stesso anno partecipa all’edizione estiva “Risorgimento Lucano”, realizzando un graffito dal titolo “Scala Sociale”. E’ qui che il maestro Giuseppe Antonello Leone riconosce l’abilità tecnica ed artistica del suo allievo individuando in Vincenzo la figura capace di portare avanti la tecnica e di diffonderla in contesti culturali più ampi. Nel 2012 affianca Giovanni Lobosco, esperto murario di Montemurro, e si specializza nella preparazione e nella stesura della malta, cominciando un percorso che lo porterà ad affinare e migliorare sempre più la tecnica e la realizzazione del Graffito Polistrato. Nel 2013 è il curatore esclusivo della tecnica muraria nell’ambito dell’edizione estiva dal titolo “Il Sacro e Il Sublime”. Nel 2014 realizza il progetto “la Scuola del Graffito di Montemurro incontra le scuole della Valle dell’Agri sul tema: il Paesaggio e le Madonne di montagna della Val d’Agri”, nell’ambito del quale si occupa della teoria e della tecnica di realizzazione del Graffito, partendo dal bozzetto preparatorio sino alla realizzazione dell’opera completa. L’obiettivo è quello di avviare un percorso didattico rivolto a chiunque, interessato ai temi dell’arte e allo specifico della disciplina, abbia voglia di apprendere la tecnica e realizzare la propria opera.
note sull’opera:
Il graffito, fortemente simbolico, rappresenta tutti i simboli che hanno accompagnato la vita di Giacinto Albini. Da un lato, la bandiera italiana, le lettere, la scrittura, la candela con la rottura e la fiamma inclinata che ricorda il terremoto; nel centro la scala che da un lato lo ha salvato dal terremoto dall’altro rappresenta la divisione tra i ceti sociali, infatti i simboli del mondo contadino, la falce, il forcone, l’ascia, la zappa, restano al di fuori delle riconoscenze sociali, storiche del Risorgimento.