note biografiche:
Raffaele Iannone, nasce a Napoli nel 1946. Studia nella sua città e si diploma presso l’Istituto Statale d’Arte “Filippo Palizzi” e frequenta i corsi di pittura all’Accademia di Belle Arti. Incontra, nel corso della sua iniziale attività artistica, critici e galleristi e partecipa a numerose collettive con giovani artisti emergenti. Stringe amicizia e frequenta lo studio di Salvatore Emblema, dove ha modo di leggere la natura con una nuova sensibilità. Nel 1970 si trasferisce a Maratea (PZ), incaricato all’insegnamento di discipline artistiche, frequenta la facoltà di Architettura per tre anni accademici. L’esperienza universitaria, gli apre nuovi orizzonti sopratutto nella ricerca di forme plastiche in rapporto con lo spazio architettonico. Conosce importanti artisti come Ortega e Corneille con i quali intesse relazioni, scambi e attività culturali: promuove un centro d’arte e successivamente, negli anni ottanta, nel centro storico della cittadina lucana, la Triart Gallery finalizzata a conciliare l’arte con il territorio. Dagli anni novanta lavora, con un gruppo di artisti al progetto “Litomuseum”, un parco d’arte e cultura che coinvolge artisti, paesaggisti, letterati, filosofi, uomini di cultura. Sviluppa in quel periodo, una serie di lavori sculto-pittorici atti a liberare, dal volume delle pietre, l’immagine “in nuce”. E’ del 1995 “Litosofia”, la mostra di scultura allestita insieme al suo gruppo di lavoro, all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, evento che gli consente di rivolgere la sua ricerca, negli anni successivi, in seno alle tematiche concettuali e minimali. Dalla fine degli anni novanta produce opere e allestimenti usando semplici elementi di legno, plastica e metalli. Nell’ultimo decennio opera con materiali di recupero come la carta, il cartone ondulato e multistrati di legno.
Sue opere abitano presso musei d’arte, luoghi pubblici e collezioni private in Italia. Insegnante di disegno, vive e lavora a Maratea, partecipa a mostre collettive nazionali e internazionali.
note sull’opera:
Ha voluto riprodurre il codice a barre per dare valore al Risorgimento. I colori richiamano quelli della bandiera italiana. Particolare è la lavorazione: per il rosso e il verde utilizza un particolare attrezzo per creare un effetto “buccia d’arancia” facendo intravedere entrambi i colori, mentre il codice a barre è molto netto e lineare.